Il sogno americano esiste ancora? Questa è la domanda che ha guidato Barbara Cupisti nella realizzazione del suo documentario My America, presentato fuori concorso al Torino Film Festival 38. Una pellicola senza filtri, senza retorica e che non si limita a presentare una situazione delicata, ma scava e arriva alla radice dei problemi.
L’ultimo lavoro della regista di Madri accende i riflettori sulla “più grande democrazia del mondo” e, soprattutto, sulle sue contraddizioni. Gli Stati Uniti sono infatti considerati il faro dell’uguaglianza e della ricerca della felicità, ma in realtà non tutto è come sembra. My America si pone l’obiettivo di raccontare il malessere sociale che si manifesta in eventi e situazioni drammatiche, ma anche la capacità e la determinazione di cittadini comuni, attivisti di base, che cercano di sfidare e riparare la fibra morale e la sostenibilità del Paese.
Girato tra Chicago, Los Angeles e Arizona, My America è suddiviso in tre capitoli e affronta tre grandi temi che sfatano il mito del sogno americano: la violenza, la povertà e l’immigrazione. Terra delle grandi opportunità ma anche dalle mille contraddizioni, gli Stati Uniti sono spesso accostati a un ideale di prosperità e libertà individuale, ma…
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