Il ruolo della controinformazione è quello di porsi dei dubbi senza pensare di detenere la verità. Al giorno d’oggi anche questo è diventato un mercato, nel quale quello dell’essere contro rischia di diventare più un fine che un mezzo per la verità.
E intanto cambiano stili di vita, avanza il nichilismo e il cibo instagrammabile (meglio se insetti) nell’epoca in cui privacy, libertà e proprietà privata sono perfino discutibili. Intanto guerre e crisi finanziarie si susseguono come pagine sconnesse a ricordare gli umori degli antichi dei: ma perché l’informazione li presenta così?
Per Alessandro Meluzzi la risposta parte dal mondo classico.
“Vorrei partire da un pensiero di metodo che risale alle reazioni di Demostene agli ateniesi durante la guerra contro Filippo. Le famose Filippiche dove Demostene il grande oratore, ma anche grande logico, diceva agli ateniesi:
– Voi ateniesi fate la guerra come un selvaggio fa a pugni. Ricevete un colpo sul viso e portate le mani al viso. Uno al ventre e le portate al ventre –
Allora il processo fondamentale è che una guerra per la verità si combatte su due piani. Un piano è quello morale: abbiamo uno sfrenato machiavellismo del potere che utilizza tutti i trucchi più classici della politica per fregare le…