Una dolorosa preghiera per il disastro di Cernobyl- Corriere.it

Nell’ultimo terzo dello spettacolo ascoltiamo due voci, quella di un bambino e quella di un sopravvissuto della tragedia di Nagasaki, Kyoko Hayashi, autrice di «Racconti dell’atomica». Anche il bambino è un sopravvissuto — alle irradiazioni sopraggiunte con lo scoppio della centrale nucleare di Cernobyl del 1986. Lo spettacolo è «I monologhi dell’atomica» di Elena Arvigo — con il sostegno dell’Out Off di Milano. Ma a Roma, dove ho cominciato ad ammirarla e a considerarla una delle maggiori presenze della nostra scena, il teatro di Elena Arvigo è l’Argot: è qui che ritorna, è questo il suo spazio privilegiato.

È di lei che voglio parlare — e di altre due donne, del premio Nobel Svetlana Aleksievic e di Ljudmila Ignatenko, la voce che racconta, la moglie del pompiere che a Cernobyl, nell’esercizio del suo lavoro non è sopravvissuto. Le parole di Ljudmila sono trascritte in «Preghiera per Cernobyl», uno dei grandi libri di un Nobel poco letto e raramente nominato. Aleksievic è una ucraina, nata nel 1948: dopo le scuole rurali, studiò all’università di Minsk e lì cominciò a lavorare, seguendo l’insegnamento di Ales’ Adamovic, da cui trasse la strada del romanzo-oratorio. Sua dichiarazione di poetica e scelta di vita fu di (della…