A volte ritornano, anche fra i medicinali. Un antibiotico sviluppato circa 80 anni fa, poi abbandonato e dimenticato, potrebbe offrire nuove ed entusiasmanti soluzioni, questa volta alla minaccia emergente dei superbatteri resistenti ai farmaci. La ricerca relativa è stata pubblicata in PLOS biology.
Metà dei farmaci che oggi combattono i batteri sono varianti di composti scoperti quasi un secolo fa, durante l’”età dell’oro” degli antibiotici. Uno di questi, chiamato streptotrichina, è stato isolato negli anni ’40 e ha attirato l’attenzione per il suo potenziale nel trattamento delle infezioni causate dai cosiddetti batteri gram-negativi.
A differenza dei batteri gram-positivi, questi microbi sono privi di una robusta parete cellulare, che molti antibiotici sono invece in grado di identificare e colpire. Trovare alternative è stata una delle grandi sfide per l’industria farmaceutica. Nel 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un elenco degli agenti patogeni più pericolosi e resistenti ai farmaci. La maggior parte erano batteri gram-negativi.
Nonostante il suo potenziale nell’uccidere i batteri, la streptotrichina non è stata inserita nella lista. In uno studio iniziale è stata ritenuta troppo tossica…