A Bakhmut, “roccaforte” ucraina nel Donetsk, i combattimenti proseguono durissimi. Persino il fondatore dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, riconosce che “le forze ucraine non si stanno ritirando” e “si combatte per ogni strada, ogni casa”. Ma la città “è sempre più isolata”, riferisce l’intelligence britannica, spiegando che le due strade principali per i difensori ucraini sono minacciate dal fuoco diretto russo. Non è solo nel Donetsk che si concentra l’offensiva russa: a Kharkiv, cinque persone sono rimaste ferite dopo che un raid si è abbattuto sul centro della città, colpendo abitazioni e anche l’università. A Kherson, un incendio è scoppiato dopo che le bombe di Mosca hanno colpito una scuola senza provocare vittime. Dall’altro lato dello schieramento, il sindaco filorusso di Donetsk, Alexey Kulemzin, denuncia che due civili sono rimasti uccisi per i bombardamenti delle truppe ucraine. Intanto l’Ucraina insiste per ottenere altre armi dall’Occidente, con il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov che prova a rassicurare i partner promettendo che Kiev “non userà le armi straniere per colpire il territorio russo”. Su questo c’è “consenso” con il…