L’incontro positivo tra Crosetto e Lecornu apre un’incognita sui prossimi mesi di guerra. Il Piano Mattei e il rischio di isolamento segnalato da Monti. L’accordo tra Popolari e Conservatori, che porterà FdI in conflitto con Scholz e Macron. Intanto Rrancia e Germania si muovono sui piani industriali europei: a Palazzo Chigi vige il mutismo
Non irrilevanza. Semmai, “un’altra via al protagonismo”. A Palazzo Chigi la sintetizzano così, la strada che la diplomazia di Giorgia Meloni sta battendo. Non gregaria di Francia e Germania, ma autonoma. “Si può collaborare con tutti, ma in regime di reciprocità”, dice Guido Crosetto, ministro della Difesa che finora ha presidiato il fronte geopolitico che è, al contempo, il più delicato e il più saldo, per l’Italia. Perché i rapporti tra la premier e Volodymyr Zelensky sono buoni e perché la tabella di marcia, nel sostegno a Kyiv, è definita altrove ed è in larga parte obbligata. E di questo bisognerà ricordarsene soprattutto nei prossimi mesi, quando l’assistenza alla resistenza ucraina imporrà nuovi e più risoluti impegni: e anche certe astuzie nella distinzione tra armi offensive e difensive andranno accantonate. Lo si è capito anche oggi, nel corso dell’incontro a Roma tra Crosetto…