L’accordo fra Ubs e Credit Suisse diventerà operativo, salvo imprevisti, nei prossimi tre mesi. Allora la Svizzera avrà una banca i cui attivi varranno il doppio del prodotto lordo del Paese, mentre i patrimoni in gestione varranno sei volte più dell’intera economia nazionale. Resterà solo da capire, allora, chi comanderà realmente nella Confederazione: il governo o l’amministratore delegato della banca più grande? Di certo la nuova entità esordirà con 120 mila dipendenti e a vigilare su di essa, oltre che sulle altre 240 banche svizzere, sarà un’autorità con poco più di cinquecento dipendenti: portieri e custodi inclusi. E benché la nuova entità nata dalla fusione di due fra le più grandi banche d’Europa sia destinata a dimagrire, sarà comunque troppo grande per il Paese in cui avrà la sede e gran parte del business: troppo grande per poter fallire, ma anche troppo per poter essere salvata come è successo a Credit Suisse.
Sarà allora, a fusione ultimata, che si capiranno le conseguenze economiche e istituzionali di una concentrazione di potere finanziario senza precedenti. La nuova entità avrà nella Confederazione una quota di mercato pari a due terzi dell’intero settore delle banche significative. Nessuna autorità antitrust di un Paese…