Troppi sprechi in negozio e nella distribuzione, troppo latte che resta in frigo e poi sono cambiate le abitudini delle famiglie che non fanno più la spesa tutti i giorni e, soprattutto dopo la pandemia, vanno alla ricerca di prodotti con un’aspettativa di vita più lunga. Per questo Granarolo sta valutando la sostituzione del latte fresco con un nuovo prodotto pastorizzato con una data di scadenza a dieci giorni. Un’aspettativa di vita molto più lunga rispetto al limite imposto dalla legge italiana, unica in Europa, che fissa in sei giorni il termine massimo per ottenere il marchio “latte fresco”.
Calzolari: «Norme inadeguate»
«È il mercato che ha scelto», dice il Gianpiero Calzolari, il presidente della cooperativa bolognese composta da circa 600 allevatori di 12 regioni italiane con un fatturato complessivo da oltre 1,2 miliardi. «Le norme sul latte fresco sono inadeguate, noi abbiamo chiesto senza successo di cambiarle. Ma il mercato è più intelligente e si è adeguato da solo — aggiunge Calzolari —. Il consumatore sceglie sempre di più cibi con una durata più lunga, perché non fa più la spesa con la stessa frequenza di prima. E poi c’è un tema di sostenibilità, buttare un litro di latte è un crimine». In questi mesi, la società ha…