«Sconfiggeremo i russi con il vostro aiuto o senza»- Corriere.it

di Lorenzo Cremonesi

L’ordine per i soldati ucraini a Bakhmut: resistere. In attesa della controffensiva

DAL NOSTRO INVIATO
BAKHMUT — La guerra per gli addetti ai mortai dell’unità «Aske» è ancora quella molto tradizionale del fango, delle lunghe ore chiusi nei ricoveri di fortuna sotto il fuoco nemico, dei bivacchi nelle abitazioni semidiroccate, dei proiettili trasportati a braccia per essere inseriti nella bocca dell’arma che poi viene azionata tirando un cordino. Se non ci fossero il collegamento satellitare con Starlink e la possibilità di ingannare il tempo chattando, la loro esistenza non sarebbe molto diversa da quella degli artiglieri nelle trincee del 1914-18.

Colpi guidati

Attese infinite, noia ingannata tenendo accesa la stufa, lottando con lo sporco, cercando di migliorare la povertà del rancio e interrotte da parentesi d’azione convulsa, dove la preoccupazione di sparare il più rapidamente possibile il massimo numero di colpi è attanagliata dal timore di essere individuati dalle avanguardie russe. Sono qui davanti, dopo le macchie di alberi dietro la prima collinetta, appostate a due chilometri e mezzo di distanza. «Noi obbediamo agli ordini. Via radio o per WhatsApp riceviamo le coordinate di tiro dai punti di osservazione e dalle unità…