“È una rivoluzione. Una riforma culturale che cambia il processo penale, mettendo al centro dei percorsi sanzionatori la vittima e chiarendo che anche con forme di ristoro non patrimoniali si può dare un beneficio alla persona offesa”. Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha definito così la disciplina organica in materia di giustizia riparativa introdotta dalla riforma Cartabia. Il tema è stato al centro di un incontro organizzato dall’Università degli Studi Link, che ha messo di fronte, tra gli altri, Luigi Maruotti, presidente del Consiglio di Stato, Paola Severino, presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione ed ex ministro della Giustizia, Sergio De Felice, presidente di sezione del Consiglio di Stato, e appunto l’attuale viceministro.
La riforma Cartabia introduce una serie di misure volte alla semplificazione, alla velocizzazione e al potenziamento di alternative al processo penale puntando alla giustizia riparativa come forma di risoluzione del conflitto scaturito dal reato basata sull’ascolto e sul riconoscimento dell’altro con l’aiuto di un mediatore. “Il diritto penale – ha aggiunto Sisto – riacquista valori umani. Non si tratta solo di regole giuridiche, entra in campo…