«Quanti pregiudizi sul mio cognome. Sono single e molto selettivo. A mamma dico tutto»- Corriere.it

di Renato Franco

Il cantante: «Suonavo per strada, racimolavo 50 euro al giorno. Papà mi ha insegnato il senso del sacrificio, però non c’era mai, lavorava sempre e non amava farsi vedere in situazioni pubbliche»

Figlio e nipote d’arte, un cognome per lo meno ingombrante, i primi passi a X Factor, un Sanremo Giovani da vincitore, l’ultimo Festival concluso nelle retrovie (18° posto), Leo Gassmann è un 24enne che non riesce a stare fermo: «Sono entrato all’Accademia di Santa Cecilia a 9 anni per studiare chitarra: la mattina sui banchi di scuola e il pomeriggio al conservatorio, contemporaneamente ho sempre praticato sport agonistici, almeno due insieme: arti marziali per 14 anni, nuoto per 9. E poi canottaggio e rugby. Sono sempre stato stra-impegnato su duemila cose. Io sono fatto così: se mi fermo sul divano sto male; se vado alla spa mi stresso; se dormo al pomeriggio ho paura di aver perso del tempo».

La vacanza la deprime?
«Un po’ sì, mi mette ansia, sto sempre a mille… giro con il furgone, guido come un matto, metto al tenda, smonto la tenda, faccio surf, corro, suono: non riesco a stare fermo».

La prima chitarra a 7 anni: vocazione o imposizione?
«Me la regalò mamma e mi venne naturale imparare a suonarla. Ho fatto l’Accademia per 5…