Alexander Gabuev spiega come l’economia e la dipendenza dalla Cina rendano il leader russo sempre più vulnerabile
Alexander Gabuev, 37 anni, di cui l’ultimo passato in esilio dalla Russia, non è solo il direttore del Carnegie Russia Eurasia Center che sta aprendo a Berlino. Ha operato al Cremlino oltre un decennio fa, nella breve stagione in cui Dmitri Medvedev rappresentò una speranza per i riformisti democratici; ha avuto come capo a Carnegie l’attuale direttore della Cia Bill Burns. E soprattutto è uno dei maggiori esperti russi sulla Cina.
Prima di visitare Putin a Mosca oggi, Xi Jinping ha ricevuto il dittatore bielorusso Lukashenko. C’è un legame?
«I cinesi erano interessati a sentire la valutazione di Lukashenko su cosa c’è nella mente di Putin, perché lui lo conosce bene. Il rapporto fra i due è complicato, ma va avanti da più di vent’anni e hanno passato molto tempo insieme. Lukashenko realmente ha il senso di cos’ha in mente Putin. I cinesi senz’altro erano interessati a capire cosa pensa e quanto è determinato, proprio per calibrare come Xi potrà negoziare a Mosca quando lo vedrà».
Il «piano di pace» cinese è un tentativo in buona fede di far finire la guerra ucraina?
«Facciamo un passo indietro:…