Prima visita nei territori occupati. Le distruzioni e le sofferenze? «Colpa degli ucraini nazisti ma noi abbiamo i missili ipersonici»
Mica un viaggio di lavoro come gli altri. Anche se il comunicato ufficiale del Cremlino usa la consueta formula utilizzata per le visite da un giorno non previste dall’agenda ufficiale, la trasferta di Vladimir Putin a Mariupol ha un significato particolare. Non solo perché si tratta della sua prima visita in un territorio occupato, in una delle quattro provincie ucraine annesse alla Russia con il frettoloso referendum dello scorso settembre.
«Andrà tutto bene, dobbiamo solo conoscerci» ha detto il presidente dopo essere arrivato in elicottero, all’alba, proveniente dalla Crimea, la tappa precedente di questo tour inatteso. Poi è salito su una jeep nera che ha guidato di persona, facendo un giro nei quartieri meno distrutti della città che durante la prima fase dell’Operazione militare speciale ha vissuto un assedio da parte dell’Armata russa durato fino allo scorso maggio. Non ha mosso ciglio quando le autorità locali da lui nominate hanno dato la colpa della devastazione alle truppe ucraine. «Sono nazisti» ha commentato. «La gente perbene non fa queste cose». Putin ha visitato la filarmonica…