È noto che la forte crescita dell’inflazione è determinata principalmente dal prezzo del gas e dell’energia e di altri beni quali i cibi. Anche i prezzi dei servizi risultano in accelerazione, sebbene in modo più contenuto. Poiché però i beni di prima necessità incidono in misura maggiore sul bilancio delle famiglie meno abbienti (45% del bilancio), l’inflazione cresce di ben 5 punti percentuali in più per le famiglie meno agiate rispetto a quelle più agiate. Differenziali di inflazione così alti possono avere effetti importanti sulla diseguaglianza e sulla distribuzione del reddito e della ricchezza. Nel lungo periodo sono la produttività, le competenze, la tecnologia e il commercio internazionale a determinare le differenze tra redditi di persone diverse ma nel breve periodo l’inflazione conta eccome perché determina il potere d’acquisto dei redditi. Gli effetti sulla ricchezza possono essere anche controintuitivi: chi ha debiti viene avvantaggiato dell’inflazione che li svaluta, in primis lo Stato con il suo enorme debito pubblico; chi ha risparmi viene penalizzato. Ma per quanto riguarda la diseguaglianza dei redditi da lavoro l’inflazione lascia poche speranze.
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