Perché l’asse tra Terzo polo e destra è una notizia fortemente esagerata

Azione e Italia viva spesso sono accusate di fare il gioco del governo Meloni. Ma dall’inizio della legislatura hanno sostenuto solo ordini del giorno e risoluzioni, a proposito della guerra in Ucraina e sulla riforma della giustizia. Indagine

Una certa narrazione ha contribuito a crearla lui stesso, Carlo Calenda. Quando la scorsa settimana il leader di Azione in tv ha detto che “sul nucleare siamo più vicini alla destra che al Pd di Schlein”, più di qualcuno ha letto la dichiarazione con un disclaimer: adesso lo vedete anche voi l’asse che avvicina il Terzo polo al governo Meloni? E però questa alimentata dalle uscite calendiane è una lettura semplificata perché nella stretta realtà dei fatti le cose non stanno esattamente così, se è vero che dall’inizio della legislatura le convergenze tra la maggioranza e il gruppo centrista sono rimaste relegate a punti di contatto molto limitati. E a ogni modo non hanno riguardato la scrittura di leggi, al massimo tutto quel companatico parlamentare di risoluzioni e ordini del giorno che però non hanno una ricaduta contingente sull’attività legislativa. 

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