Lui lamenta una mancanza di equanimità, ritiene “surreali” le pretese di chi, a Bruxelles, fa confronti tra il Pnrr italiano e gli analoghi piani di Francia e Germania. Loro, cioè i funzionari della Commissione europea, iniziano a loro volta a spazientirsi davvero, forse esibendo un fastidio finora sempre trattenuto, ma lasciando che a parlare sia la cruda essenzialità dei documenti ufficiali. Come quello di un report elaborato due giorni fa dal Parlamento europeo, e in particolare di una tabella emblematica. Riguarda il RePowerEu, il capitolo aggiuntivo ai piani nazionali di riforme da dedicare alla crisi energetica, e su cui i vari stati membri devono presentare in queste settimane le loro richieste alla Commissione. Ebbene, l’Italia è l’unica a figurare, tra i 15 paesi presi in esame, in ritardo con le comunicazioni a Bruxelles. (Valentini segue nell’inserto I)
Nella tabella ci sono infatti elencati i paesi che hanno prenotato – come previsto dai regolamenti comunitari – una ulteriore concessione di prestiti agevolati da parte della Commissione per i RePower nazionali, e la cifra esatta richiesta. Poi ci sono i paesi che hanno preferito non avvalersi di questo strumento. E quindi, in una categoria a parte, la sola Italia: che figura, sì,…