Il figlio del Campionissimo: «L’ultimo ricordo? Mentre lo portavano via in barella, sulle mi sussurrò: “Papo, non fare arrabbiare la mamma”». «Non ho mai lasciato la casa dove visse». «La malaria? Tornò dall’Africa, come fai a non pensare che s’è la prese»
Angelo Fausto Coppi, detto Faustino, il ricordo di suo padre com’è cambiato nel tempo?
«È il ricordo di un figlio che aveva 4 anni e mezzo quando è morto il suo papà. La sorpresa è che questo ricordo viene alimentato dalle memorie degli altri. C’è sempre un’occasione per rivivere il passato e per correggere qualcosa. Oggi ho 68 anni e vengo sempre gratificato da quello che ancora succede intorno a mio padre, anche se non ho nessun merito».
Quel che si dice un mito.
(Ride) «Sempre giovane, sempre forte e sempre vincitore. Il mito però di solito non gode dello stesso affetto e della stessa gratitudine. In Veneto un suo ammiratore mi ha raccontato che dopo averlo visto passare sulla strada per l’emozione rimase a letto con la febbre per tre giorni».
Come ha vissuto la vita da figlio del Campionissimo?
«Io sono un tipo riservato e faccio la mia vita, ho il mio lavoro nei cantieri edili, ma è logico che tutti i giorni il ricordo di papà viene fuori in…