La denuncia: «Le loro chiamate intralciano i soccorsi». A Lampedusa l’hotspot è al collasso. Il commissario Gentiloni in missione a Tunisi per cercare di frenare l’esodo
La Guardia Costiera ieri ha fatto sapere con una nota di aver soccorso «in 48 ore oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni» nel Mediterraneo. Questo per replicare a chi aveva lanciato accuse dopo il naufragio di Cutro. Attenzione, però. La nota conteneva anche un avverbio: «Ciononostante». E si riferiva, in modo chiarissimo, alle Ong. Accusate per la prima volta apertamente di essere un ostacolo alle operazioni di soccorso in mare anziché un aiuto. Un attacco frontale.
La colpa innanzitutto — è scritto nella nota — è delle «continue chiamate dei mezzi aerei delle Ong», segnalazioni che in questi giorni di flussi record hanno «sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato italiano». E viene citato ad esempio l’episodio denunciato dalla nave Ocean Viking di Sos Méditerranée, minacciata da una motovedetta libica con spari in aria. L’Ocean Viking — secondo la Guardia Costiera — si trovava in area Sar libica perciò…