Meloni e Landini: a Rimini si conferma la coppia di avversari (assai amici)

Rimini, dal nostro inviato. Una testa bionda ha fatto appena capolino in sala. Ma non si vede. E’ circondata dai katanga della Cgil che la scortano in un cerchio di muscoli e spinte. Applausi scroscianti. “Grande!”. I delegati del sindacato rosso, un migliaio di persone, si spellano le mani. Ce l’hanno con Madnack Dan, presidente del comitato centrale della Fiom, immigrato qui dalle Mauritius venti anni fa. Cortocircuito. Quasi nessuno si è accorto che Giorgia Meloni è arrivata al palazzetto. La scena surreale dura una manciata di secondi. Va bene l’accoglienza educata, ma addirittura un tributo del genere sarebbe stato un clamoroso al Cibali. Poi i compagni e le compagne seduti sui banchetti, quasi tutti con il loro peluche in mano come simbolo di dissenso silenzioso, capiscono. L’intervento di Dan perde appeal. “Ma perché tutta questa eccitazione: mica è Rosa Luxemburg”, urla una signora con la felpa dello Spi, la sigla-cassaforte dei pensionati.

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