Fa sinceramente sorridere con quanto zelo alcune forze politiche, nella giornata di ieri, si siano adoperate per festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia, sancita con atto normativo il 17 marzo 1861. Fa sorridere poichè sono le stesse che contemplano il divieto di affiliazione alla Massoneria nei propri statuti o, che appena qualche settimana fa, di fatto sancivano per comunicato l’incompatibilità tra affiliazione massonica e amministrazione locale.
Gioverebbe forse ricordare a costoro, tanto spaventati dalla “percezione che si possa agire per logiche di gruppi ristretti”, che l’impegno politico, il patrimonio valoriale, quella che taluni chiamano spregiativamente “interferenza sull’esercizio delle funzioni delle amministrazioni pubbliche” della Massoneria non è sempre stata nefasta per questo paese.
Gioverebbe rammentare che l’unificazione italiana – risultato di un lungo e laborioso processo diplomatico messo in atto dalla classe politica del tempo, erede della tradizione risorgimentale -, vide un fondamentale contributo della Libera Muratoria, protagonista prima delle lotte risorgimentali, poi dell’innegabile progresso sociale, civile, politico della nuova Italia.
Quella Libera Muratoria che nel nascente Stato…