Le richieste del governo Meloni all’Ue sono la negazione del programma del governo Meloni in Italia

Palazzo Chigi invoca più digitalizzazione dei servizi, dopo aver combattuto contro il Pos e lo Spid; vuole aiuti di stato non indiscriminati, ma insegue la nazionalizzazione della rete unica; insiste per l’unione fiscale e bancaria, ma sabota il Mes. Il dossier italiano in vista del Consiglio europeo confuta anni di propaganda e cento giorni di agenda dell’esecutivo

Non occorre neppure tornare alle basi, rievocare le astrusità del passato recente: evidenziare, cioè, come oggi Giorgia Meloni invochi quale modello da replicare quegli strumenti, tipo il Recovery Fund e lo Sure, che all’epoca della loro approvazione vennero a dir poco snobbati dalla leader di FdI. Basta in realtà analizzare le scelte fatte, o rinviate, dall’esecutivo patriota in questi primi 100 giorni di governo per capire come le richieste che l’Italia rivolge all’Ue sono, di fatto, una puntuale confutazione del programma di governo. Della serie: siccome i problemi da affrontare sono seri, vi chiediamo di fare il contrario di quel che noi abbiamo fatto finora.

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