«La mia vita di sacrifici all’ombra di un genio chiamato Anton Cechov»- Corriere.it

di Valerio Cappelli






La figlia di Isabelle Huppert nel film sul grande scrittore russo. «Il fulcro della storia è in una colonia penale della Siberia». L’attrice è anche la musa di Caravaggio nella pellicola di Michele Placido: «Nuda e distesa su una tavola di legno. Ma solo per una giornata»

Lolita Chammah: «La mia vita di sacrifici all'ombra di un genio chiamato Anton Cechov»

Vivere all’ombra di un genio. Questa è stata la vita di Macha Cechov, sorella del grande scrittore russo, ora portata sullo schermo da Lolita Chammah, 39 anni, figlia di Isabelle Huppert. Anton Cechov è il film dello scomparso René Feret, protagonista Nicolas Giraud, in uscita il 26 per Wanted.

«Ha sacrificato la sua vita per dedicarsi al fratello e prendersi cura della famiglia. Suonava il pianoforte, aveva talento come pittrice. Ma nell’800 c’era un’altra visione dell’umanità e dei rapporti tra uomini e donne».

«Diceva che la medicina era sua moglie, la letteratura la sua amante: quando si stancava di una, andava con l’altra. Mi chiede cosa rappresentasse allora la sorella? Era un po’ come una madre, il suo punto di riferimento, era la stabilità. Recito spesso la solitudine, donne che sono o sembrano di epoche lontane».

Il fulcro del film è la visita dello scrittore in Siberia.

«Sull’isola di Sakhalin, nella colonia penale,…