Prime crepe nel governo di Benjamin Netanyahu sulla riforma giudiziaria che sta spaccando Israele: due ministri hanno chiesto che sia “fermata subito”. Alla 12esima settimana di proteste contro il contestato provvedimento dell’esecutivo di destra – 250mila di nuovo in piazza oggi, secondo i media – il ministro della Difesa Yoav Gallant, una delle figure chiave del Likud, ha chiesto di fermare l’iter della legge alla Knesset almeno fino al 26 aprile, il giorno dell’Indipendenza.
“Occorre ritrovare l’unità nazionale. Già adesso – ha detto Gallant che da giorni aveva espresso le sue preoccupazioni sulla situazione a Netanyahu – esiste un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza nazionale”. Dopo essersi dichiarato disposto a pagare un “prezzo personale” per la sua posizione, Gallant ha domandato che il blocco della legge sia accompagnato da quello delle manifestazioni e dall’inizio di “un dialogo di riconciliazione fra le parti”. “Gli eventi in corso nella società israeliana – ha denunciato Gallant sotto la cui casa oggi hanno protestato in circa mille persone – coinvolgono anche le forze armate. Da ogni parte giungono sentimenti di collera, di dolore e di massima delusione di un’intensità che non avevo mai visto prima. Constato come la fonte…