La veste grigia e gialla, i fiori tra i capelli lunghi, senza il velo ancora obbligatorio per le donne in Iran, il bouquet rosso tra le braccia, una rosa tra le mani: dopo quattro anni e sette mesi di prigione, Sepideh Qoliyan attraversa le porte del famigerato cercare di Evin sorridente, all’apparenza quasi baldanzosa, di certo indomita nella sua battaglia per la libertà: “Khamenei, il malvagio sovrano, sarà sepolto sotto terra!”, urla.