Il campione bolognese, 56 anni, racconta aneddoti personali e di una carriera sugli sci di grande successo: «Accettavo l’imitazione di Gioele Dix, di ragazze ne ho avute parecchie ma con Martina Colombari non ho mai litigato: è finita e basta»
Alberto Tomba, il 14 marzo ricorrono i 25 anni dal suo ritiro e la Rai dedicherà un documentario al campione ma anche a un personaggio che nel 2016 è stato la prima «materia vivente» del Rischiatutto: era lei, nel remake di Fabio Fazio della trasmissione di Mike Bongiorno, a fare le domande sulla sua carriera.
«Già passati 7 anni e oltre 40 dal Rischiatutto di Mike Bongiorno? Caspita… È vero, non ci sono stati altri in quella situazione: è un bel ricordo, anche nel nome di Mike che amava lo sci».
Il cognome «cimiteriale» le ha mai dato problemi?
«Qualcuno a scuola sì. Si fanno battutine: nel mio caso, silenzio di tomba, pietra tombale, bara, sepolcro… Avrei potuto vederlo come una forma di bullismo, ma non ci davo peso».
Come mai usa spesso i giochi di parole?
«Per istinto: a scuola andavo bene in geografia e nelle rime. Però la mia specialità sono anche i numeri. Ho salutato le vittorie con cifre e con calembour. Calgary è nell’Alberta, poi è venuta Albertville; un posto più un…