L’attore: «Mia figlia non vede i miei film, per lei sono del paleolitico». New York: «Sono fuggito dalla Grande Mela per i ritmi contro natura». Lo sport: «Nessuna emozione al cinema ha eguagliato quella di ascoltare l’Inno di Mameli per le mie medaglie con il wushu»
Ni hao ma?
«Wo hen hao, xiexie ni».
La tentazione era troppo forte per non chiedere come stai in cinese all’attore Giorgio Pasotti, che a Pechino ha vissuto dai 19 ai 22 anni. Lui non ha tentennato un secondo e ha risposto «molto bene, grazie a te», dimostrando di non aver dimenticato gli studi fatti all’Università dello Sport quasi all’indomani della rivoluzione di piazza Tienanmen. Lo stesso periodo ha segnato il suo debutto come attore, per tre diverse produzioni di Hong Kong. Ci incontriamo in un bar storico di Bergamo Alta, dove è nato. Il medico mancato che è riuscito a esercitare la professione soltanto sul set, ha perso l’accento della sua città di origine, ma non la dedizione al lavoro e il pudore dei sentimenti. L’unica eccezione la fa quando parla della figlia Maria, 13 anni, avuta dalla collega Nicoletta Romanoff. Lì ammette: «La paternità fa bene alla categoria. Gli attori sono egocentrici e narcisisti: è salutare sentire di non essere più al…