Tra repertorio, nostalgie e rimpianti, «Benedetta primavera» non è stato all’altezza delle attese
Bisogna trovare parole gentili per dire che il programma non è stato all’altezza delle attese. Perciò, per cavalleria nei confronti di Loretta Goggi, una che si impegna sempre molto, cominciamo da contingenze esterne. Alla presentazione di «Benedetta Primavera» (Rai1), Stefano Coletta, il direttore dell’Intrattenimento prime time Rai, ha detto due cose indelicate. La prima: «Loretta è la più brava imitatrice che la tv abbia avuto» e già se la releghi all’imitazione significa che non è una vera showgirl, è solo una che tenta di esserlo. La seconda: «Se per fare carriera bastassero gli ascolti io sarei un king. A me invece interessa la qualità». A parte l’ego smisurato, viene subito da chiedersi dove Coletta abbia visto la qualità.
In uno show dove Luca e Paolo, bravissimi, erano due pesci fuor d’acqua? In uno show che ha un prologo che dura più di mezz’ora? In uno show che ha lo sguardo solo rivolto al passato, tra repertorio, nostalgie e rimpianti? In uno show del servizio pubblico dove inviti una convinta no vax come Heather Parisi di cui circolano ancora video in cui accusa il governo di «scelte criminali»? In uno show…