Esattamente 23 anni fa scoppiava la prima bolla speculativa dell’economia digitale. Proprio allora andavo ad abitare a San Francisco, per raccontare quella che all’epoca chiamavamo la New Economy. Il crollo del Nasdaq arriv veloce e violento nel marzo 2000, la Borsa dei titoli tecnologici fu travolta dal panico dopo anni di rialzi eccessivi. Euforie e crolli, bolle e crac, boom-and-bust, sono nel Dna della Silicon Valley. La culla delle rivoluzioni tecnologiche incarna la visione del capitalismo definita dall’economista austriaco Joseph Schumpeter: Distruzione creatrice. L’innovazione germoglia sulle macerie dei fallimenti.
Il contraccolpo post pandemia
Nella crisi attuale si aggiunge un altro ingrediente della Silicon Valley: il giovanilismo. Big Tech in mano ai ventenni. Convinti che la memoria storica non serve a nulla. Stavolta diverso: il mondo comincia con loro. Non hanno visto arrivare, dopo la pandemia in cui eravamo schiavi delle piattaforme digitali e gonfiavamo i loro profitti, l’inevitabile contraccolpo col ritorno alla normalit. Ancor meno hanno visto arrivare quella che una crisi bancaria classica, molto tradizionale. Qui la memoria storica aiuta. Quando rinasce l’inflazione – fenomeno che conobbero i genitori o i nonni degli start-upper…