Il nuovo piano di Fitto sui fondi europei è la negazione dell’autonomia leghista

Il ministro degli Affari europei vuole ridurre le prerogative in mano alle regioni nell’utilizzo dei fondi europei. Un segno della distanza fra FdI e Carroccio in tema di autonomia, nonostante il decreto già approvato di Calderoli

Forse serve affannarsi alla ricerca delle manine, e risalire all’autore di più o meno improvvide imboscate parlamentari, e accanirsi nell’esegesi dei messaggi cifrati tra alleati. O forse no. Forse, per registrare la distanza che c’è tra Lega e FdI in tema di autonomia, basta attenersi agli atti ufficiali. Come quello, ad esempio, che giovedì scorso Raffaele Fitto ha inviato ai governatori. “Elementi per la proposta di accordo con le regioni”, è il titolo della “nota di sintesi”: ed è un documento di tre pagine che, nella sua essenzialità, rappresenta una picconata sostanziale all’autonomia delle regioni. Ma non a quella da costruire, quella per cui tanto si batte il ministro Roberto Calderoli. Quello che è emerge dalla lettera è l’avvio di un nuovo corso che riduce le già esistenti prerogative delle regioni, e su un aspetto fondamentale: l’utilizzo dei fondi europei.

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