il killer agì perché infuriato con i casinò- Corriere.it

di Guido Olimpio

Moltiplici i fattori scatenati: la perdita dei benefit da giocatore vip, le inclinazioni anti sistema ma anche la figura paterna avrebbero spinto lo stragista a uccidere 59 persone nel 2016

Ottobre 2017, la strage di Las Vegas, 59 morti. A compierla Steven Paddock, poi suicidatosi nella stanza dell’Hotel Mandalay trasformata in postazione di tiro. Un massacro, come altri, senza un movente preciso. Un enigma sul quale l’FBI ha diffuso un nuovo rapporto: probabile che lo sparatore, giocatore incallito, abbia agito perch infuriato con i casin, a suo giudizio non lo trattavano con il riguardo dovuto.

Lo stragista era un frequentatore abituale delle case da gioco, vinceva milioni, si considerava tra i migliori, era anche convinto di poter dominare i numeri con un’osservazione attenta di slot e altre attrazioni. Per molto tempo, proprio per i suoi successi al videopoker, aveva ricevuto bonus e benefit. Camere lussuose, tour, condizioni da VIP, tappeto rosso. Una scelta consolidata delle direzioni verso alcuni clienti. In seguito per questi vantaggi sono stati progressivamente ridotti e non solo per l’omicida. Una decisione che, stando a testimonianze raccolte dai federali, hanno provocato un forte risentimento in Paddock. Che, insieme a forti…