Il gran momento delle scuole di politica

È un’onda costante ma poco visibile, una calamita di interesse che va in direzione contraria rispetto a quella che, per un decennio, è stata una costante nel discorso pubblico, e cioè la deriva antipolitica che ha portato sul campo personaggi e forze politiche la cui cifra era soprattutto populistica, e il cui successo era legato a parole d’ordine inneggianti a una sorta di “beata incompetenza” dei governanti, come se l’essere competenti li rendesse facile preda dei cosiddetti “poteri forti” (altro mantra). Da un paio d’anni, però, come ci racconta (dopo aver partecipato come docente a seminari, lezioni e workshop) il professor Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, sembrano avere sempre più successo e quindi più domanda “dal basso” le scuole di politica, e non soltanto quelle già conosciute e legate a personalità politiche (come la nota Scuola di Politiche di Enrico Letta). Si tratta di scuole dove si impara a capire la cosa pubblica, dove si analizzano i modi di governarla, dove si approfondiscono nozioni utili a chi vuole candidarsi a una carica o lavorare nelle istituzioni, anche dopo essersi laureato e aver lavorato altrove.