E se “fusse che fusse questa la vorta bbona”, la volta di una Rai senza pensatori del peto, senza ladri di quadri e spacciatori di croste? Dunque, come Nino Manfredi, che era il barista di Ceccano, anche il governo spera che sia questa la “vorta bbona”, per arrivare a questo faticosissimo “contratto di servizio 2023-2028”, che non è affatto il foglio di espulsione dei conduttori sbandati, ma la presa d’atto che si può, e si deve, immaginare la nuova televisione. La nuova è quella che non mette la mano sul sedere della telecamera e che non ha bisogno di dire, come lo scrittore Mauro Corona, “la farei ridere anche in certe pratiche…”. Passano quindi in Cdm gli “atti di indirizzo”, la “carta verde antisbraco”, la tazza di alloro contro le flatulenze del talk. L’amministratore delegato della Rai deve ora dimostrare che la sua volontà è “Fuortes”.
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