Il boia uccide Mohsen.Adesso la ferocia, e l’atteggiamento del governo iraniano, criminale e forcaiolo, hanno un volto.Mohsen Shekar, non ucciso in una caserma della polizia da quello che qualcuno, agiografico ed in malafede, potrebbe giustificare come un abuso di qualche poliziotto che ha ecceduto.
Ammazzato a seguito della una sentenza di un tribunale. Ovviamente con un processo che ricorda quelli che avvenivano nella Sovietica durante lo stalinismo. In base alle leggi criminali di un regime criminale.
Impiccato perché il 25 settembre scorso avrebbe bloccato una strada a Teheran e ferito con un coltello una guardia di sicurezza. Celeri. Una condanna eseguita a poco più di due mesi dal fatto.
Ma nella Repubblica islamica dell’Iran non ci sono molte remore nello spezzare la vita di un ragazzo di 25 anni.
Non ci sono state molte remore neanche negli scorsi mesi. Il regime non si è fatto scrupolo di togliere la vita a quasi 400 persone dall’inizio delle proteste.
Ma il regime non rappresenta assolutamente il paese, la sua bellezza, la sensibilità di quel popolo. La violenza del regime è uno stupro costante alla grandezza della civiltà iraniana, alla tradizione persiana.
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