Fitto e il Pnrr nella doppia morsa di Bruxelles e dei presidenti di regione

La Commissione congela la procedura per l’erogazione dei 19 miliardi della terza rata. Il ministro meloniano non ci sta: “Dove prima passava un elefante, ora passa un moscerino”. Ma intanto anche i governatori protestano per il mancato sblocco dei fondi europei

Il sospetto ha preso consistenza nell’attesa. Sospetto che sa di paranoia e d’alibi insieme, eppure ci sarà un motivo se Raffaele Fitto ai colleghi di governo che gli hanno chiesto lumi ha detto, sibillino, che “dove prima passava un elefante, ora non passa un moscerino”. La cruna dell’ago, o insomma il filtro incriminato, è quello della Commissione europea. Perché, se pure l’erogazione della ormai fatidica terza rata del Pnrr, quella da 19 miliardi relativa agli obiettivi del dicembre scorso, resta scontata, le complicazioni dell’iter continuano a essere tante e per lo più inattese. Al punto che a Bruxelles hanno deciso di congelare le procedure, ricorrendo a una protocollo che di solito si usa quando le scadenze prestabilite diventano proibitive.

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