Il tonfo non c’ stato. Dopo una settimana in fibrillazione, le Borse europee il 20 marzo alla riapertura hanno superato la prima prova del fuoco all’indomani della notizia del takeover di Credit Suisse da parte di Ubs, confortate dalle rassicurazioni delle istituzioni. Lo stesso per non si potuto dire dell’istituto salvato, affossato sul listino di Zurigo, bersagliato dalla rabbia e dagli annunci di cause legali dagli investitori dopo l’azzeramento, da parte del regolatore svizzero Finma, di 16 miliardi di franchi di bond Additional Tier 1, cio quelli che partecipano all’assorbimento delle perdite di una banca quando gli indici patrimoniali scendono sotto una certa soglia. Intanto Oltreoceano il ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon, si messo all’opera con quelli di altre 11 banche per convertire in capitale tutti o in parte i 30 miliardi di dollari accordati la scorsa settimana a First Republic Bank, colpita da 70 miliardi di dollari di deflussi; ieri scesa del 47% in Borsa, Wall Street per non ha accusato perdite: il Dow Jones si fermato a +1,2%, lo S&P 550 a +0,86%, il Nasdaq a +0,39%.
Se gli indici europei, partiti al mattina in rosso, hanno poi recuperato (Milano +1,5%, Parigi +1,2%, Francoforte +1,1%, Londra +0,9%), il titolo della seconda banca elvetica …