Eugenia Roccella, ministra censurata, spiega la nuova intolleranza. I diritti e l’odio

“Sono di destra e cattolica. Due aspetti oggi non più tollerati nello spazio pubblico. Hanno la necessità di rappresentarmi come arcigna, punitiva e non possono correre il rischio, in un dialogo, di scoprire cose differenti”, dice la ministra per la Famiglia

Il peggiore risultato dell’aggressione che ha impedito a Eugenia Roccella di parlare al Salone di Torino in fondo è questo: i facinorosi e le facinorose (che ancora ieri rivendicavano “non bisogna abusare della parola ‘dialogo’”) non hanno potuto scoprire un libro, una storia e una persona completamente diversi dal fantoccio d’odio, dal target dell’hate speech, che si sono costruiti. E che al nuovo ordine dell’intolleranza è invece indispensabile. “Hanno la necessità di rappresentarmi come arcigna, punitiva – soprattutto in quanto cattolica, che è il vero aspetto non sopportato – e non possono correre il rischio, in un dialogo, di scoprire cose differenti. La radice dell’intolleranza nasce dalla necessità di negare l’altro”.

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