Esportare la vita in un altro pianeta: molto più di una fantasticheria

Un gruppo di eminenti scienziati del Mit e di Harvard ha di recente impiegato finanziamenti per progettare e produrre uno strumento da inviare su Marte per verificare la presenza di Dna o Rna. Ecco quello che hanno scoperto

Vi è una particolare branca degli studi biologici che, dopo circa un secolo di silenzio, grazie a nuove conoscenze acquisite negli ultimi 20-30 anni ha ripreso vigore. È uno di quei settori che più accendono l’interesse non solo degli scienziati, ma anche del vasto pubblico, e credo quindi che possa essere interessante accennarvi brevemente. L’idea che la vita possa compiere viaggi interplanetari, venendo disseminata da un pianeta ad un altro – una teoria chiamata panspermia – non è certo nuova: i primi accenni frammentari provengono dal forse dal filosofo greco presocratico Anassagora, vissuto fra il 500 e il 428 a.C. Anassagora, nelle sue riflessioni cosmologiche, menziona due volte i “semi” (in greco, spermata) come parte del cosmo, sebbene non chiarisca direttamente il significato della parola; secondo recenti interpretazioni, questi semi sono i semi della vita, che diffondono nel cosmo e attecchiscono su infiniti mondi.

 

Il medico tedesco Hermann Richter fu il primo a far rivivere la panspermia…