Il colosso italiano dell’energia ENI ha firmato un accordo di cooperazione con la CFS per accelerare lo sviluppo di centrali a fusione, prevedendo la realizzazione di un prototipo operativo già nel 2025 e del primo un impianto commerciale nei primi anni 2030. Questo non è l’unico impegno industriale legato al nucleare in Italia, mentre il Paese sta rivalutando questa fonte energetica abbandonata sulla spinta emozionale dell’incidente di Chernobyl.
L’accordo che lega ENI e Commonwealth Fusion Systems, nata da uno spin off del MIT, prevede una cooperazione per accelerare lo sviluppo e la commercializzazione dell’energia da fusione nucleare. Le due società hanno iniziato a lavorare assieme già nel 2018, con Eni che ha accresciuto il suo ruolo di azionista fino a diventare l’investitore più importante di CFS.
Le società stanno sviluppando SPARC, un tokamak innovativo compatto, che dovrebbe diventare il primo impianto pilota al mondo a confinamento magnetico con produzione netta di energia da fusione, che sarà operativo nel 2025.
SPARC aprirà la strada ad ARC, la prima centrale elettrica commerciale in grado di immettere elettricità nella rete. Si prevede che sarà operativa…