Si vota il 14 maggio nella seconda economia dell’Asia. A «sparigliare» un panorama politico fatto di grandi famiglie un partito di giovani, nato dalle proteste del 2019
Fanno campagna in bicicletta, di quartiere in quartiere; ai raduni sventolano le torce dei cellulari come gli accendini ai concerti; indossano magliette arancioni e collane di fiori; soprattutto hanno cognomi qualunque, mai sentiti o quasi nella patria degli Shinawatra e delle dinastie al potere, dei colpi di stato e del cerchio magico dei conservatori vicini al re. I giovani di Move Forward, partito di opposizione erede del Future Forward sciolto dalla Corte Costituzionale nel 2019 e animatore delle proteste pro-democrazia del biennio seguente, promettono di sparigliare alle imminenti elezioni del 14 maggio in Thailandia.
Nei sondaggi vanno bene: il loro leader, il carismatico 42enne Pita Limjaroenrat dalla faccia di ragazzo e dalle idee molto chiare, è in varie misurazioni il candidato preferito tra i possibili primi ministri. È spesso invitato in tv, e questo aiuta la campagna «amatoriale» fatta di biciclette e meme social della base del partito degli outsider. O dei «taa sawang»: dei ragazzi, cioè, «con gli occhi aperti». Si parla in questo modo della consapevolezza…