l’intervista
Mezzogiorno, 19 gennaio 2023 – 09:08
Il primo album «Non farti cadere le braccia» festeggia il mezzo secolo: «Oggi l’elenco dei buoni e cattivi è più confuso. Sono cresciuto tra polveri e rifiuti tossici sognando un mondo dove la chitarra era la spada e chi non ci credeva era un pirata»
di Carmine Aymone
Mezzo secolo fa, nel febbraio del 1973, Edoardo Bennato (allora 27enne) pubblicava il suo primo album «Non farti cadere le braccia», dopo alcuni singoli e brani scritti per artisti come Bruno Lauzi, Bobby Solo, Nuovi Angeli e Formula 3.
Sono passati cinquant’anni, come nacque l’album?
«Arrivò dopo tanta gavetta. A 12 anni ero già in America. Da poco ero stato a Londra, dove mi esibivo, oltre che con la chitarra e l’armonica, anche con tamburelli e kazoo. Questo primo Lp era un qualcosa di importante, mi impegnai giorno e notte. Ispirato dai dischi “Madman across the water” e “Tumbleweed connection» di Elton John, a cui aveva lavorato Paul Buckmaster. Paul era nato a Londra da madre napoletana e si era diplomato in violoncello al Conservatorio di San Pietro a Majella. Mi rivolsi a Roberto De Simone per le orchestrazioni sinfoniche e per la direzione del coro, perché cercavo…