«E Dustin Hoffman mi ordinò: fai uscire tua moglie da quell’armadio» | Beppe Severgnini

di Beppe Severgnini

Beppe Severgnini racconta l’incontro con il grande attore americano: «Volle che mia moglie Ortensia si sedesse sulle sue ginocchia, altrimenti l’intervista sarebbe finita»

Londra, Mayfair. A un certo punto Dustin Hoffman mi accusa di aver messo mia moglie in un armadio, cosa peraltro vera. Le ordina di uscire e sedersi sulle sue ginocchia, altrimenti lui si alza e se ne va. Non ho obiezioni: Mr Hoffman ha già cancellato un’intervista, potrebbe rifarlo. Ortensia mi fulmina con lo sguardo, ma prende posto. Lui, dopo la prima risposta, sorride e la congeda. Ancora oggi, quindici anni dopo, mia moglie sostiene che Dustin Hoffman è stato un gentleman. Io, meno. Mi rendo conto: serve un passo indietro.

L’intervista televisiva era destinata a Sky Italia, per cui Dustin Hoffman aveva appena girato uno spot natalizio. Attore fenomenale (Il laureato, Tutti gli uomini del presidente,
Rain Man, Tootsie, Kramer contro Kramer
), uomo impegnativo. L’appuntamento era a Milano, dalle parti di via Mecenate. Ricordo una giornata infinita, lui che entrava e usciva dal set, spariva in una «stanza del freddo», poi svaniva del tutto, poi rimandava, rimandava ancora. Noi eravamo pronti con un set dedicato, verde e scenografico, quattro telecamere. Alle nove…