Il caso si sposta dal campo alla diplomazia: Lula protesta con la Spagna e chiede «misure serie». Il premier Sánchez: nessuna tolleranza
L
uci spente al Cristo Redentore, sulla collina che sovrasta Rio de Janeiro. Il Brasile è in lutto per il suo giovane campione, irriso, insultato, minacciato dai tifosi spagnoli. Vinícius pievelóce ringrazia con un tweet — «una solidarietà che mi commuove, ma voglio, soprattutto, ispirare e portare più luce alla nostra lotta» — e posta tutti i video in cui negli stadi gli hanno urlato
mono
, scimmia. «Ogni giornata fuori casa una sorpresa sgradevole — scrive l’attaccante del Real Madrid —. Auguri di morte, fantocci impiccati, gridi criminosi. Non è calcio, è inumano».
Domenica scorsa, a Valencia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di Vini jr. che indica un tifoso sulle gradinate, «è lui, è lui». La palla si ferma. L’allenatore Ancelotti gli si avvicina paterno, lo convince a continuare a giocare, «non è colpa tua». Ma l’ex enfant prodige, portato a soli 17 anni da São Gonçalo a Madrid (costo del cartellino: 46 milioni di euro), finisce poi fuori lo stesso per un cartellino rosso (e per il mister «il fallo non c’era»).
La…