Al Bagno Gino 59-60 di Bellaria, Paolo Rinaldini, 54 anni, aspetta che arrivi la ruspa per rifare il piano della spiaggia. Sono giorni che non si sposta dal suo stabilimento. La mareggiata che si è abbattuta sull’intera Riviera romagnola è l’ennesima che deve affrontare. L’estate scorsa, il Bagno Gino ha anticipato la chiusura della stagione per il maltempo. E adesso la burrasca continua a fare danni. Elenca: «Ci ha devastato tutto: tavolini di legno, paletti, passerelle, gazebi. Tutte e 15 le nostre cabine sono piene di fango e legna. Dovremo verniciarle di nuovo perché la schiuma del mare sporca. Ora è una corsa contro il tempo». Al Bagno Gino, assicura, hanno accatastato almeno «due montagne di detriti».
Due montagne?
«Sì, parlo di montagne perché i rifiuti erano l’equivalente di due camion. Nella zona del porto invece c’è una vera e propria foresta: in alcune parti non si vede nemmeno la sabbia, è nascosta sotto la legna».
Dal fiume scendono grossi tronchi d’albero.
«Tronchi, piante, canne di bambù. Praticamente emerge tutta la pulizia che non viene fatta e noi poi teniamo pulite le spiagge».
Quanto è il danno?
«Se ci riferiamo a quello collettivo, e quindi alla sabbia “mangiata”, qui mancheranno 10…