David di Donatello e quei ringraziamenti dal parentado ai colleghi- Corriere.it

di Aldo Grasso

Ai premi si usa ringraziare, magari facendo buon uso dell’elenco telefonico per non dimenticare nessuno

Quando Carlo Conti ha premiato
Marco Bellocchio
per la migliore regia

ero convinto di aver sbagliato programma, di assistere a «I migliori anni della nostra vita», la trasmissione della nostalgia («Nostalgia» è anche il film di Mario Martone). E invece era la cerimonia dei David di Donatello, i premi Oscar che il cinema italiano si può permettere (Rai1). Per tutto il corso della trasmissione, la mia attenzione è stata calamitata dai ringraziamenti. Ai premi si usa ringraziare, dal parentado ai colleghi, magari facendo buon uso dell’elenco telefonico per non dimenticare nessuno ed è curioso che a inaugurare questa «tabella di gratitudine» sia stata Emanuela Fanelli, forse in ricordo del delizioso delirio di Valeria Bruni Tedeschi.

Per fortuna, la vera festa dei David si svolge al Quirinale, al mattino nella sala degli Arazzi, protagonisti assoluti il presidente Sergio Mattarella e Geppi Cucciari
, che ha iniziato così: «Buongiorno come ogni giorno, a nome di tutti gli italiani. È sempre una grande emozione essere qui, in questa modesta magione, ampio cortile, molto luminosa, discreta armocromia, libero. Libero tra cinque anni….