Da giorni il presidente della Cooperativa bagnini Rimini Nord Giorgio Mussoni non smette di togliere i detriti accumulati sulla sabbia. Lui ha 86 anni ma, dice subito, «qui è un gioco forza». Nel suo stabilimento balneare, in zona Viserba, i resti dei fiumi hanno invaso tutte le file degli ombrelloni. «Dovrò ripiantarli tutti, erano più di 200. Molti sono stati spazzati via dalla grossissima quantità d’acqua, altri abbiamo dovuto tirarli giù per far passare le pale», racconta. Quindi ammette: «Quando pioveva a dirotto io ero qui, c’è da tremare». Tremare perché le rive della Riviera sono state inghiottite dai detriti. La burrasca, specifica, ha creato dei canaloni tra la strada e la battigia. Nel mare galleggiano tronchi d’albero lunghi almeno «trenta metri», piante intere. «Ho visto anche una pecora morta. I fiumi portano giù di tutto. E tutto finisce nelle spiagge. Siamo gli spazzini d’Italia».
Le prime stime dei danni
Mussoni prova a fare una stima dei danni economici dell’alluvione in Emilia-Romagna: «In alcuni stabilimenti balneari si fa fatica a vedere il mare, per portare via tutto ci vogliono dai 20 ai 50 bilichi». La situazione a suo parere risulta ancora «gravissima». Ora la priorità è trovare dei luoghi dove ammassare i…