Il vicentino ha vinto in maglia tricolore una super tappa del Giro d’Italia battendo Thibaut Pinot. In un’Italia che cerca se non il nuovo Nibali un uomo da podio in un grande giro, Zana a 24 anni una risorsa preziosa
VAL DI ZOLDO
La bicicletta da corsa, un cavallo slavo (Vior), la legna spaccata per l’inverno nei boschi della Val D’Astico. La vita di Filippo Zana da Piovene Rocchette era tutta qui fino a ieri, quando il vicentino ha vinto in maglia tricolore (ultimo a riuscirci Vincenzo Nibali, 2016) una super tappa del Giro d’Italia battendo un tipo candido e coraggioso come lui, quel Thibaut Pinot che alleva capre nell’Alta Saona.
Dopo tre stagioni sul trenino autarchico del team emiliano Bardiani, Zana a gennaio era salito sul Freccia Rossa della Jayco-Alula. Devo molto alla Bardiani — spiega — ma in una squadra di seconda fascia, che gareggia solo su invito, fino all’ultimo momento non sai dove andrai a gareggiare. Mica facile vivere nell’incertezza. Sapevo che allenarsi in altura fa bene, ma dovevo arrangiarmi di tasca mia o con qualche compagno volenteroso, andando sul Pordoi o a Livigno dove in primavera fa un freddo boia. La Jayco ci ha portato tutti a Sierra Nevada: clima perfetto, allenatori, dietologi e meccanici che…