Ha debuttato alla n°1 in classifica con il suo ultimo album: «Devo fare rumore per tutti quelli che non riescono a farsi sentire»
Spesso gli hanno consigliato di scrivere in italiano anziché in napoletano, ma al momento Geolier (classe 2000, all’anagrafe Emanuele Palumbo) non ne sente l’esigenza. «Prima dovrei iniziare a pensare in italiano», scherza il rapper, che è cresciuto a Secondigliano, periferia di Napoli. «E poi posso esprimere il disagio della mia gente solo nella mia lingua. Devo fare rumore anche per tutti quelli che non riescono a farsi sentire». A farsi sentire lui ci è riuscito eccome: dopo aver accumulato un miliardo e mezzo di ascolti sulle varie piattaforme di streaming con i suoi precedenti progetti, ha debuttato alla n°1 in classifica con il suo ultimo album Il coraggio dei bambini: uscito poche settimane fa è stato certificato disco d’oro in appena due settimane.
In francese il suo nome d’arte significa «secondino» ed è un omaggio al suo quartiere (vengono chiamati così gli abitanti di Secondigliano), noto ai più per Gomorra e Scampia («Ma non amo che il mio rione diventi un’attrazione turistica: questo non è uno zoo, come qualcuno ha scritto sui muri della zona»). Lì si sente a casa, ma è ben…