«Calci, pugni, sputi e ci spinsero sui treni per Auschwitz»- Corriere.it

di Cesare Giuzzi e Alessia Rastelli

La senatrice a vita, nel giorno della Memoria, ricorda i giorni della deportazione. Per le ingiurie contro Segre ci sono 20 indagati, compreso un dirigente della Lega

«Arrivammo in questo posto buio, non capivamo niente. Ci spinsero dentro il treno a calci e pugni, ci sputarono, era qualcosa che andava al di là dell’immaginazione più spaventosa. La gente piangeva, si disperava». Da quell’antro oscuro, sottostante i binari ordinari della Stazione Centrale di Milano, Liliana Segre fu deportata a 13 anni «per la sola colpa d’essere nata». Chiusa in un carro bestiame diretto ad Auschwitz. Ieri sera, nel Giorno della Memoria, ha rivissuto quei momenti con Fabio Fazio, nel corso della diretta televisiva Binario 21, trasmessa da Rai 1. E ha ribadito di non poter perdonare, ma di non odiare. «Sono diventata mamma. Non avrei mai potuto odiare».

È stata la stessa senatrice a vita a guidare gli spettatori in un luogo di dolore estremo, ma attorno al quale si è spesa perché venisse realizzato il Memoriale della Shoah di Milano: un polo per non dimenticare e insieme un centro di cultura che, lo scorso giugno, ha accolto anche la biblioteca e l’archivio del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec). Il dialogo tra…