Le crisi sono fatte così, arrivano al buio, quando meno te le aspetti, quando pensi di doverti occupare di tutt’altro. La nuova missione di Joe Biden si è imposta all’improvviso nell’agenda di questo presidente. E sta cambiando di ora in ora. Venerdì era: «Salvare la Silicon Valley». Nel corso del weekend si è trasformata in: «Salvare il sistema bancario». E lunedì, alle 8 ora di Washington, quella missione è diventata esplicita: «Il sistema è sicuro; nessuna perdita sarà a carico dei clienti; inutile correre a ritirare i risparmi; chiederò al Congresso e ai regolatori delle norme più rigide».
L’Ucraina, la Cina, l’inflazione, l’immigrazione, ogni altro dossier passa in secondo piano di fronte all’emergenza creata con il crac della Silicon Valley Banka cui ne è seguito un altro, della Signature Bank di New York. Due fallimenti bancari nel giro di 48 ore.
Evocare la grande crisi finanziaria del 2008 per adesso è prematuro, le differenze sono sostanziali. Però il governo e la banca centrale preferiscono non correre rischi. I loro interventi colpiscono per la rapidità e anche la generosità. Perfino eccessiva? Di sicuro non mancheranno le ricadute politiche.
La rapidità e la generosità (sospette?)
Rapidità
. La reazione all’insolvenza…