Filippo Del Corno, lei ha annunciato di lasciare definitivamente la politica per tornare alla musica. Perché?
«Ho fatto l’assessore alla Cultura al Comune di Milano per otto anni, chiamato da Giuliano Pisapia e poi confermato da Beppe Sala. Sentivo che un ciclo si era chiuso e che non avrei potuto dare di più in politica. Con la musica invece sento di poter dare tanto».
Infatti il 16 marzo l’Orchestra I Pomeriggi Musicali eseguirà una sua composizione al Teatro Dal Verme di Milano.
«Con la direzione di James Feddeck, un lavoro che si intitola A coda di rondine, una serie di variazioni sul tema della Girometta, brano popolare. Non tutti sanno che io faccio musica da quando avevo otto anni, che sono un compositore e che insegno al Conservatorio di Trieste».
Nato a Milano nel 1970. Che cosa facevano mamma e papà?
«Papà insegnava letteratura greca e collaborava con attori e registi, mamma lavorava nella mediazione culturale. A casa mia si fermavano artisti e intellettuali, volevo fare il direttore d’orchestra. Poi scoprii, grazie a Paolo Castaldi, che comporre musica era la mia strada. A 19 anni scrissi il primo pezzo per pianoforte, Timer. Poi i viaggi, tante esperienze come la masterclass in Scozia con John Cage. Quindi con Carlo Boccadoro e…